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Quanto conviene investire in una seconda casa?

Complici il boom degli affitti brevi e la stagnazione dei prezzi, le famiglie italiane hanno ripreso a investire i propri risparmi nel mattone. Secondo un recente articolo del Sole 24 Ore, può essere una scelta vincente. Ci sono però alcuni fattori da considerare attentamente: a quanto ammontano le spese di gestione? E le tasse? Meglio scegliere il luogo dove si risiede o optare per una grande città? Infine, gli affitti brevi sono davvero redditizi? Vediamo insieme.

Quanto si guadagna
In linea generale, nelle località turistiche e in particolare nelle grandi città, puntare sugli affitti brevi può generare un ritorno fra il 5 e il 10%: un reddito interessante, dunque, anche paragonato a quello dei titoli di Stato. In ogni caso prima di investire è importante considerare le imposte (cedolare secca, Imu) e le spese di gestione, che per quanto riguarda questa formula sono consistenti. Non è un caso, infatti, se l’interesse verso gli affitti brevi appaia in calo fra tutti coloro che non hanno la possibilità di seguire in prima persona la gestione della casa vacanza: dalla fase di prenotazione, all’accoglienza, alla pulizia finale.

Puntare sulle grandi città
Un tempo molte famiglie compravano una casa per i figli nel loro luogo di residenza. Adesso, invece, il trend è cambiato perché si studia meglio la redditività del territorio: si acquista nelle zone in cui il mercato del lavoro è più vivace e dove, di conseguenza, la domanda di abitazioni è più alta. La conferma di questa tendenza arriva, ad esempio, dalla crescita dei prezzi per monolocali e bilocali a Milano, città che trascina il mercato italiano e che garantisce uno dei rendimenti più alti (6,8%). Anche Bologna, Padova, Torino e Catania offrono buone garanzie di guadagno, mentre nei centri minori l’investimento è piuttosto rischioso in quanto il mercato è poco liquido e dinamico

articolo tratto da http://www.immobiliare.it/