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Bonus mobili 2023: ecco la guida dell’Agenzia delle Entrate

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L’Agenzia delle Entrate ha pubblicato la guida aggiornata al bonus mobili 2023. Un comodo vademecum per capire come funziona,  come richiederlo, quali sono i requisiti per ottenerlo, a chi spetta, se è possibile usufruirne solo con lavori di ristrutturazione o anche senza, e con un approfondimento in merito alle novità in materia di sconto in fattura e cessione del credito.

Come funziona il bonus mobili nel 2023?

Il bonus mobili è una detrazione Irpef del 50% delle spese sostenute per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici, in seguito a un intervento di ristrutturazione di un immobile. Gli elettrodomestici devono essere di classe non inferiore alla classe A per i forni, alla classe E per le lavatrici, le lavasciugatrici e le lavastoviglie, alla classe F per i frigoriferi e i congelatori.

La legge di bilancio 2022 ha prorogato la detrazione per gli anni 2022, 2023 e 2024, mentre la legge di bilancio 2023 ha fissato il tetto di spesa a 8.000,00 euro.

La detrazione deve essere ripartita tra gli aventi diritto in dieci quote annuali di pari importo. Si ha diritto al bonus mobili ed elettrodomestici anche quando il contribuente ha scelto, in alternativa alla fruizione diretta delle detrazioni per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio, di cedere il credito o di esercitare l’opzione per lo sconto in fattura.

Quante volte è possibile usufruire del bonus mobili?

Se gli interventi di recupero del patrimonio edilizio sono stati effettuati nell’anno precedente a quello dell’acquisto, o sono iniziati nell’anno precedente a quello dell’acquisto e proseguiti in detto anno, il limite di spesa deve essere considerato al netto delle spese sostenute nell’anno precedente per le quali si è usufruito della detrazione.

Che tipo di interventi edilizi bisogna fare per avere il bonus mobili?

Per poter accedere al Bonus mobili bisogna effettuare questi lavori:

  • manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia su singoli appartamenti. I lavori di manutenzione ordinaria su singoli appartamenti (per esempio, tinteggiatura di pareti e soffitti, sostituzione di pavimenti, sostituzione di infissi esterni, rifacimento di intonaci interni) non danno diritto al bonus
  • ricostruzione o ripristino di un immobile danneggiato da eventi calamitosi, se è stato dichiarato lo stato di emergenza
  • restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia, riguardanti interi fabbricati, eseguiti da imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare e da cooperative edilizie che entro 18 mesi dal termine dei lavori vendono o assegnano l’immobile
  •  manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia su parti comuni di edifici residenziali.

Come precisato dall’Agenzia delle entrate nella circolare n. 30/2020, il bonus mobili spetta anche ai contribuenti che usufruiscono del Sismabonus, per gli interventi finalizzati alla riduzione del rischio sismico, nonché, per le spese sostenute dal 1° luglio 2020, del Superbonus di cui al comma 4 dell’articolo 119 del decreto legge n. 34/2020.

Quali documenti sono necessari per avere il bonus mobili?

Per poter usufruire del bonus mobili bisogna conservare i seguenti documenti:

  • ricevuta del bonifico
  • ricevuta di avvenuta transazione (per i pagamenti con carta di credito o di debito)
  • documentazione di addebito sul conto corrente, fatture di acquisto dei beni, riportanti la natura, la qualità e la quantità dei beni e dei servizi acquisiti

Quanto dura il bonus mobili dopo la ristrutturazione?

La legge non prevede alcun vincolo temporale nella consequenzialità tra l’esecuzione dei lavori e l’acquisto dei beni. Tuttavia, la detrazione spetta a condizione che gli interventi di recupero del patrimonio edilizio siano iniziati a partire dal 1° gennaio dell’anno precedente a quello dell’acquisto.

 

articolo tratto da http://www.idealista.it